Più volte ci è stato chiesto: perché avete scelto il titanio per la superficie di cottura delle vostre pentole?
E noi adduciamo due motivi fondamentali: il titanio non solo è un metallo molto resistente alla corrosione, dunque meno sensibile all’aggressione da parte dei cibi acidi rispetto a tutti gli altri metalli usati per produrre il pentolame, ma è anche un metallo atossico e biocompatibile, dunque privo di qualsiasi effetto nocivo sulla salute.
Ma cosa significa biocompatibile?
La biocompatibilità rimanda alla ‘sintonia’ tra un materiale o una sostanza ed un organismo vivente, dunque alla capacità di tale materiale o sostanza di essere ben tollerato e metabolizzato senza produrre effetti dannosi sulle funzioni vitali.
Questo concetto è stato utilizzato per la prima volta nella letteratura medico-chirurgica, con riferimento all'accettazione di un impianto artificiale da parte dei tessuti circostanti e da parte dell’interno organismo.
La biocompatibilità è proprio la caratteristica che ha reso il titanio il materiale per eccellenza quando si parla di chirurgia ortopedica e di implantologia dentale.
La scoperta della biocompatibilità
La scoperta della biocompatibilità del titanio risale agli anni ’50 quando un chirurgo ortopedico svedese di nome Per-Ingvar Brånemark, studiando la microcircolazione del sangue e l’ossigenazione dei tessuti, si rese conto che la strumentazione in titanio, che utilizzava per tenere saldamente in posizione i suoi dispositivi sperimentali, era stata osteointegrata con successo nell’osso animale. In poche parole: l’osso si era letteralmente fuso con il titanio, formando un legame solido e duraturo.
A partire da questa scoperta sorprendente, Brånemark iniziò a sperimentare l’uso del titanio come materiale per le protesi dentali e, successivamente, per le protesi ortopediche. I suoi studi hanno dimostrato che il titanio è in grado di integrarsi con successo con i tessuti umani senza causare alcuna reazione avversa.
Fino a qualche anno fa la biocompatibilità del titanio però era stata dimostrata solo empiricamente, attraverso le evidenze derivanti dall’impiego del titanio da parte della chirurgia per protesi e impianti dentali.
Lo studio recente
Ma proprio di recente alcuni ricercatori della TOKYO MEDICAL AND DENTAL UNIVERSITY (Tmdu) sono riusciti a dimostrare cosa conferisce agli impianti in titanio la loro straordinaria biocompatibilità.
Lo spiegano in un articolo pubblicato nel maggio 2022 sulla rivista ‘Science and technology of advanced materials’ in cui riportano i risultati di un esperimento scientifico. Sottili dischi di titanio sono stati immersi in una soluzione dalla composizione simile al plasma e al liquido interstiziale. Ricorrendo a sofisticate tecniche di misurazione fotoelettrochimica e alla spettroscopia fotoelettronica a raggi X, hanno visto che è la capacità di questo metallo di reagire con gli ioni presenti nel liquido extracellulare a consentire al corpo umano di “riconoscerlo”, non attivando alcun tipo di risposta immunitaria. Secondo i ricercatori giapponesi, questo lavoro potrà stimolare nuovi approfondimenti in letteratura, fino ad arrivare a una nuova generazione di impianti medici di durata ed efficienza ancora maggiore rispetto a quelli attuali.
Proprio l’uso in chirurgia per protesi ed impianti è dunque la conferma della bassissima tossicità del titanio e la ragione per la quale noi di Tritania abbiamo pensato, primi fra tutti i produttori di pentole, di portarlo in cucina.
Poiché il web pullula di pareri discordanti sulla pericolosità di tutto o quasi tutto ciò che i medici e i dentisti utilizzano per riabilitazioni e cure, troverete certamente anche il parere di qualcuno che ritiene pericoloso il titanio. Noi però ci siamo affidati ai dati pubblicati sulle riviste scientifiche più autorevoli.
Il confronto poi va fatto con gli altri materiali in commercio: forse il materiale perfetto non esiste, ma esiste quello superiore ad altri dal punto di vista del rilascio di sostanze potenzialmente dannose.
Noi riteniamo che possa esserlo il titanio, ovviamente tra quelli disponibili e sostenibili.
Non dimentichiamoci che la cottura degli alimenti mette a dura prova la resistenza dei materiali con cui sono fatte le pentole, sia a causa dell’azione chimica degli ingredienti (soprattutto quelli acidi come il pomodoro) che della temperatura elevata e infine anche dell’azione meccanica degli utensili da cucina.